Safer Internet Day 2023, il grido dei ragazzi: “Non siamo solo dati, siamo persone”

Oggi l’evento alle Officine Farneto di Roma. Dieci i tavoli di lavoro, Importanti le testimonianze dei Giffoner. Il messaggio del Ministro Valditara: “Istituiremo una giornata dedicata alla cittadinanza digitale”

Lodevole l’obiettivo di costruire con la comunità educante e con i nostri ragazzi una cittadinanza digitale attiva, capace di rispondere al disorientamento comunicativo, cui soprattutto i più giovani sono oggi esposti. Sempre più necessario appare, infatti, il contenimento dell’impatto dei social network e l’utilizzo improprio delle nuove tecnologie. Urgente, dunque, contrastare le dinamiche che nei minori possono favorire disagi importanti, con fenomeni quali il cyberbullismo o la dipendenza patologica da Internet”. E’ il messaggio del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in occasione del Safer Internet Day 2023, la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete che si è svolto questa mattina presso le Officine Farneto a Roma. La giornata rientra tra le attività del progetto Safer Internet Centre – Generazioni Connesse, è co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Digital Europe, ed è membro di una rete promossa dalla Commissione Europea. Il progetto è coordinato dal MIM con il partenariato di alcune delle principali realtà italiane che si occupano di sicurezza in Rete: Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Polizia di Stato, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, gli Atenei di Firenze e ‘La Sapienza’ di Roma, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, la cooperativa EDI onlus, Skuola.net e Giffoni.

Investiremo 2 miliardi e 100 milioni sulla cittadinanza digitale – ha aggiunto il ministro – l’81% dei ragazzi vorrebbe una Giornata europea dedicata alla cittadinanza digitale. Lavoreremo perché la Giornata europea della cittadinanza digitale venga presto istituita”.

L’educazione tecnologica – ha proseguito il ministro Valditara – da sempre caratterizza i mutamenti generazionali: oggi si assiste ad una inversione di ruoli; i bambini e i ragazzi sono più competenti sul piano informatico degli adulti, internet è per loro un luogo familiare mentre spesso l’adulto mantiene nei confronti delle nuove tecnologie una certa diffidenza. Sappiamo che i bambini passano in media 7 ore al giorno davanti agli schermi, trascorrono più tempo con i media digitali che con i loro genitori; questa abitudine può avere un impatto sul loro benessere; i dati sugli effetti della digitalizzazione indicano che i media sollecitano positivamente ma viene ipotizzato che le elaborazioni siano più superficiali, si possa aumentare il rischio di una ridotta capacità di tollerare le frustrazioni e che ciò possa incidere sullo sviluppo dell’attenzione e della memoria. I giovani inoltre costruiscono la propria identità anche tramite i nuovi media e questo rappresenta un’opportunità ma anche un rischio”.

Servono strategie e soluzioni: “Molte sono le opportunità offerte dalla rete – ha continuato il ministro – dalla ricerca, al potenziamento della competenza, all’entrare in contatto con interlocutori di tutto il mondo ma poi ci sono i rischi dovuti al cyberbullismo e alle dipendenze: tra gli effetti della pandemia c’è stato un incremento preoccupante del cyberbullismo che ha generato un notevole incremento di minori vittime di questo tipo di bullismo. Siamo immersi in una società in cui il digitale permea la nostra esistenza; soprattutto per i ragazzi può diventare una ossessione la realizzazione del sé attraverso la rete e per sentirsi inclusi dal gruppo si possono commettere gravi errori: occorre lavorare per costruire un percorso di consapevolezza, la scuola può e deve avere un ruolo fondamentale”.

La giornata è stata condotta da Daniele Grassucci, founder di Skuola.net e da Noemi David, volto social di Skuola.net

Giffoni era presente alla giornata con quaranta ragazzi che hanno attivamente partecipato ai dieci tavoli di lavoro che si sono riuniti questa mattina dedicati a cinque temi specifici tutti relativi al mondo della rete e del digitale. La violenza online, i rischi e le opportunità online, il benessere digitale, l’economia della rete e, infine, algoritmi, intelligenza artificiale e democrazia: sono queste le tematiche affrontate nel corso della giornata attraverso uno specifico approccio metodologico che prevedeva la creazione di un albero dei problemi e di un corrispondente albero delle soluzioni.

E’ toccato a Paola Deiana, dirigente dell’ufficio secondo del Ministero nell’ambito della Direzione generale per lo studente, integrazione ed orientamento del Mim, presentare i risultati di uno specifico contest per le scuole, annunciando i primi tre istituti classificati collegati da remoto con le Officine Farneto.

Tanti gli esperti che si sono alternati al microfono di Grassucci: da rappresentanti sindacali fino ad imprenditori digital. La parola d’ordine è stata responsabilità insieme a consapevolezza. La responsabilità di comprendere rischi ed opportunità del web e la consapevolezza dei propri gesti e dei propri comportamenti, che deve partire proprio dai ragazzi.

Due i testimonial della giornata. Prima Luigi Strangis, cantautore e vincitore del talent Amici edizione 2022. Ha spiegato il suo rapporto con il web, con i social, puntando l’attenzione su una certa prudenza necessaria per non correre pericoli nel mondo digitali. Poi spazio al rapper Cris Brave che ha fornito una bella testimonianza di come vivere la disabilità ai tempi dei social media e di come approcciare al fenomeno del cyberbullismo: “Non credo – ha detto – che l’indifferenza rispetto a questo fenomeno sia l’arma vincente. Spesso bisogna schierarsi, parlare, esprimere il tuo dissenso. Ascoltate tutti, ma sappiate sbagliare da soli”. La platea apprezza e applaude convintamente”.

Poi i partner istituzionali. “Nella scuola – ha detto Ginevra Cerrina Feroni, vice presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali –  si formano le coscienze dei ragazzi, il senso critico, la consapevolezza. Assistiamo anche nella scuola a situazioni che vanno osservate con grande attenzione. Dal 2017 c’è una legge che consente ai ragazzi di muoversi autonomamente, già dai 14 anni con un reclamo per chiedere di intervenire in tutte quelle che sono le fattispecie di cyberbullismo. Gli strumenti perciò ci sono. Ma vanno utilizzati. Con consapevolezza”.

La parola, poi, a Carla Garlatti, Garante per l’infanzia e l’adolescenza: “Attraverso la rete – ha detto – molti dei diritti dei bambini e dei ragazzi possono essere affermati e messi in pratica, tra questi il diritto ad esprimere le proprie opinioni, il diritto allo studio ad esempio. E’ necessario un piano normativo per l’utilizzo corretto della rete. Ma serve anche un atteggiamento responsabile da parte dei ragazzi. L’eduzione digitale è molto importante ma la consapevolezza spesso è ancora più utile”.

Per Ivano Gabrielli, direttore del servizio di polizia postale e delle comunicazioni, la prevenzione ha un ruolo determinante in questo insidioso campo: “Da tempo – ha detto – facciamo la nostra attività nelle scuole. Mettiamo in circolo le loro storie. Abbiamo promosso numerose campagne che promuoviamo su questi temi, provando a parlare quella che è la loro lingua. Nei ragazzi c’è una fortissima sensibilità soprattutto quando ci sono storie raccontate dai loro coetanei. Siamo sempre a disposizione, lo facciamo in maniera discreta, affrontiamo le storie dei ragazzi dando loro un sostegno, un supporto”.

Le conclusioni sono state affidate a Maria Assunta Palermo, direttore generale della Direzione generale per lo Studente, l’integrazione e orientamento scolastico del Mim: “Oggi è il punto di approdo di tutte le attività che svolgiamo nell’ambito del Sic. Tantissimi gli spunti emersi oggi. La rete è insostituibile oggi però dobbiamo soffermarci sulle responsabilità e sull’acquisizione di nuove competenze”.

La parola ai ragazzi che hanno portato all’attenzione della sala le risultanze dei tavoli di lavoro della mattinata: “Oggi abbiamo avuto una grande occasione, quella di assumerci la responsabilità del nostro futuro – lo ha detto Sanya Bonelli in rappresentanza del gruppo di Giffoni – Ci siamo impegnati ad esporre i nostri problemi, le questioni aperte che ci vedono coinvolti. Sono tutti temi per cui serve una strategia. Siamo partiti da una parola che è studio che oggi per noi è un termine intenso, un termine che in latino vuol dire appassionarsi. Internet deve permetterci di affrontare la nostra passione che non dobbiamo vivere come monetizzazione, come fatto economico. Internet ci deve portare ad appassionarci. Perché seguire solo i trend e non rendere virale ciò che ci piace?” E’ l’interrogativo che viene lasciato all’attenzione degli adulti, degli esperti, del Ministero.

Il primato della persona viene ribadito da Carmine De Paola, sempre in rappresentanza del gruppo di Giffoni: “I dati – ha detto – contano ma non raccontano perché spesso l’Intelligenza Artificiale non racconta gli aspetti più profondi della nostra personalità. Spesso gli algoritmi diventano uno strumento per influenzare è c’è il rischio che le nostre scelte possano essere condizionate dal mondo digitale. C’è il rischio che possa essere compressa la nostra libertà sui social. Chiediamo alle piattaforme di non trattarci come dati e chiediamo al mondo dell’istruzione di informarci. Non siamo solo dati, siamo persone”. Gli fa eco Sanya: “Oggi siamo sempre connessi – ha concluso – ma spesso ci sentiamo più soli. Abbiamo bisogno di un internet per tutti”.

Soddisfatta il direttore generale, Palermo: “Il lavoro di quest’anno è utilissimi per noi. Lo veicoleremo per impostare il lavoro del prossimo anno. D’altronde è questo l’obiettivo di questa giornata”.

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