Moretti ai giffoner: “Investite sulla lettura dei giornali, l’informazione è indispensabile”

Sessanta minuti di domande e risposte. Sessanta come la righe di un articolo d’apertura di giornale. Gioca in casa Alvaro Moretti, vicedirettore del Messaggero, ospite e protagonista della terza giornata di #Giffoni53. Nella Sala Blu della Multimedia Valley il giornalista racconta e si racconta attraverso la sua professione“Faccio il giornalista da quasi quarant’anni. In verità mi sono sentito tale da molto di più. Dal giorno dopo il terremoto in Friuli del 1976. Avevo undici anni. A scuola ci chiesero di scrivere un tema. Scrissi tanto, e di getto. Piacque molto ai professori, soprattutto per taglio e stile. Fu allora che si accese in me una lampadina”. Una luce che ha illuminato per intero il suo prestigioso cammino curricolare. In ordine sparso. Direttore di Leggo. Caporedattore, inviato e responsabile del sito di Tuttosport. Una vita di notizie e redazioni: Paese Sera, Manifesto, Repubblica, Stampa per citarne alcune. Una ricca storia d’inchiostro, non di rado digitale. Un lungo incipit di carriera al servizio della cronaca sportiva, poi la virata anche sui nuovi strumenti della comunicazione: dalle piattaforme social ai podcast. “Mi piace raccontare storie” ammette Moretti. “Mi piace scriverle per i giornali, per la radio, per il web. Se non fossi un boomer per evidenti ragioni di anagrafe, potrei tranquillamente definirmi uno storyteller. Le storie sono vita che vibra. Scosse telluriche. Movimenti esistenziali e sommovimenti interiori. Io, invece, sono un giornalista. E un giornalista è, secondo me, un conduttore di elettricità che porta le storie, i fatti narrati, al pubblico“. Chiaro e diretto. E soprattutto competente. Con il cuore sempre oltre l’ostacolo e il muro di resistenza al progresso. “Internet ha cambiato tutto. Ci sono nuovi strumenti per comunicare e nuovi linguaggi. Di fronte alla forza inarrestabile del mare” confessa il giornalista “ho scelto di cavalcare l’onda e sono diventato un surfista dell’informazione. Amo sperimentare e approfondire, cogliere le opportunità di questo nuovo tempo”. Dai frutti del cambiamento alle radici: “Mi sono formato nelle redazioni con il cartaceo” sottolinea. “Oggi i giornali tradizionali faticano a vendere, per usare un eufemismo. Mancano addirittura le edicole e quelle poche ancora presenti nascondono i giornali anzichè metterli in vetrina. La filiera di produzione ha costi proibitivi, tra l’altro lievitati col Covid. Non è facile tenerli in vita ma è necessario riuscirci”. Moretti ha con sé una pila di quotidiani. Li ha portati sotto braccio all’incontro con i giffoner della sezione Impact, definendoli scherzosamente oggetti non identificati. “Mi capita spesso di incontrare giovani studenti. Quando domando loro se hanno comprato più di dieci giornali cartacei  nella loro vita, la risposta è sempre la stessa. E negativa. C’è anche chi non ne ha mai acquistato uno” ammette con amarezza fissando un principio: ” I giornali, non bisogna mai dimenticarlo, restano aziende. La libertà si compra sul mercato: più un giornale vende e ha successo, riuscendo così a mantenersi finanziariamente in modo autonomo, più i giornalisti sono liberi”.

Il vicedirettore del Messaggero invita i ragazzi a dedicare tempo alla lettura dei quotidiani. Di investirci. In tutti i sensi:  “Essere cittadini informati e consapevoli è fondamentale. Quando tornate a casa spendete un euro anche per una copia digitale di un giornale fatto da giornalisti”. Poi un passaggio sulle fake news imboccato da una giffoner: “Come operatori dell’informazione è giusto farsi esami di coscienza. Personalmente me ne faccio tanti, e di continuo. Anche come padre di due ragazzi”. È importante per il vicedirettore del Messaggero che rilancia: “Gli esami di coscienza sono indispensabili per noi adulti come per voi giovani. Dovete applicare questo sistema di autointerrogazione per progredire nella vita. Il dito sempre puntato verso gli altri non fa crescere e allontana dalla verità”. Fissa meglio il concetto: “Sui social, ad esempio” sostiene il giornalista “sarebbe prezioso un cambio di passo. Anziché criticare con animo distruttivo le cose che non ci piacciono, sarebbe importante farlo con sentimento costruttivo. Questo contribuirebbe alla crescita di tutti, in qualsiasi settore”. Infine una dichiarazione d’amore: “I giornali cartacei sono intramontabili come i vinili” chiosa Moretti. “Leggerli crea piacere e dipendenza. E non si torna più indietro.  Provare per credere”.

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