Giusi Battaglia

A GIFFONI, GIALLO ZAFFERANO PRESENTA GIUSI BATTAGLIA

Dagli schermi televisivi, la celebre giornalista diventata famosa per le sue ricette racconta la Sicilia attraverso il cibo: «Risveglio la memoria e valorizzo la mia terra attraverso il cibo».

Sicilia, cibo, storia e cultura. È la cooking performance vulcanica di Giusi Battaglia, protagonista negli spazi del Giffoni Food Show dove educazione alimentare e cucina spettacolare sono di casa. Il racconto delle intense giornate è curato da Giallo Zafferano, il food media brand del Gruppo Mondadori leader in Italia. Una partnership quella tra Giallo Zafferano e Giffoni che si rinnova per il secondo anno consecutivo, con l’obiettivo di spiegare ai ragazzi la cucina sana e sostenibile.

Palermitana doc, da tempo vive a Milano dove ha fondato una sua agenzia di comunicazione e uffici stampa, Giusi Battaglia da sempre è innamorata della cucina, grazie all’esempio di sua madre. Ed ecco il miracolo. Durante il lockdown di tre anni fa, in piena pandemia, Giusi inizia a condividere sui social alcune delle sue ricette. È arrivata così la proposta del gruppo Discovery Warnebros di realizzare un piccolo format, “Giusina in cucina-Gusto e Tradizione Palermitana” in onda su Food Network.

Al Giffoni Food Show cucina e si racconta, si confronta con il pubblico e dialoga con i collaboratori del corner culinario installato al festival. Soprattutto parla di sé: la sveglia alle sei e mezza per impastare, la preparazione dei lievitati, le arancine palermitane e tonde, la differenza con gli arancini catanesi e messinesi a forma allungata con le rispettive tipologie di riso, e poi le origini siciliane, le mille storie da raccontare.

«Il mio è stato un percorso iniziato per caso – ha spiegato – Sono sempre venuta al Giffoni come ufficio stampa dei talenti e degli ospiti del festival. Poi tre anni fa mi hanno proposto di fare un programma di cucina siciliana. Ero convinta di fare una o due punte, invece non ci siamo mai fermati. Tre anni, 150 puntate, 2 libri pubblicati e un nuovo volume in uscita. Soprattutto tanta felicità».

La Battaglia porta avanti una sua missione personale, quella di valorizzare le origini siciliane e in particolare la cultura della cucina della sua terra. «La cucina siciliana è una forma di grande cultura – conferma la giornalista e conduttrice – Il successo del format televisivo è figlio della Sicilia. Se fossi nata in un’altra regione forse non ci sarebbe stato tutto questo. La Sicilia è un brand che deve essere comunicato. Ho trovato il modo di comunicarlo come piaceva a me. Io non sono un personaggio, ma una persona del popolo, che ha avuto l’occasione di cucinare non solo per la propria famiglia ma per l’Italia intera. Ogni mattina mi alzo con tanta voglia di migliorarmi e studiare. La Sicilia è il motore di tutto».

In questo tripudio di sapori emerge solido ancora una volta il legame tra Giffoni, food e giovani. «I ragazzi sono il futuro della nostra vita – spiega Giusi Battaglia – Ci sono tantissime ricette della tradizione siciliana che stanno sparendo. La mia missione è di riportarle in auge attraverso il mio programma e nei miei libri. A Giffoni faccio appello ai giovani perché siano loro a far venire fuori queste ricette scomparse e portarle nel futuro. Importante non perdere la memoria. Giffoni d’altronde è il festival più importante del mondo legato al cinema. Qui c’è il germe del futuro. Questa attività legata al modo del food per me è una grande possibilità che abbiamo di ribadire che il cibo è cultura, arte, è vita».

Tante le ricette che la Battaglia sta “resuscitando”: «Ho scoperto che lo Sfincione di San Vito risale al Seicento, lo facevano le suore nei conventi con quel che rimaneva da altre preparazioni, una ricetta che ho rifatto, molto elaborata, fantastica. Qui a Giffoni racconto la “pasta c’anciova”, il piatto del ricordo. Ha una storia molto bella. “C’anciova” è dialetto, con l’acciuga, ma è detta anche alla “milanisa”. Quando all’inizio del Novecento si ebbero le prime ondate migratorie verso il Nord, i siciliani portarono in valigia ingredienti come acciughe e l’estratto di pomodoro, in modo da sentirsi più vicini alla propria terra. Li cucinavano la domenica come se fossero in Sicilia. Ho raccontato queste storie in tv e ho ricevuto migliaia di messaggi dalle persone. Ho capito che stava accadendo qualcosa nel mio percorso, stavo risvegliando le memorie».

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