L’incontro con il Ministero degli Esteri presso la Sala Blu della Multimedia Valley: “Qui i ragazzi si impegnano in qualcosa di positivo. Così rinasce la speranza nel futuro”
L’appello dei ragazzi in sala è chiaro. È rivolto al Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, Antonio Tajani, è rivolto alla politica: “Più attenzione ai diritti umani perché ciascuno di noi poteva essere Giulio Regeni o Mario Paciolla”. Parole che accendono la Sala Blu – Impatto Giovani.
La risposta è altrettanto chiara e senza ambiguità: “Ogni essere umano ha diritto ad essere libero. Non mi interessano gli aggettivi, ogni persona è un essere umano e deve poter essere libero in quanto tale. Questo significa mettere le persone al centro e questo è il nostro impegno perché ognuno di voi è indispensabile, insostituibile, irripetibile”. È con queste parole che Antonio Tajani ha concluso il suo incontro con i ragazzi della Impact! nell’ambito di #Giffoni53. Un incontro molto intenso, nel quale sono state affrontate tematiche di grande attualità, tra le più presenti nel dibattito politico di queste ore.
Ad introdurre il Ministro degli Esteri le parole del fondatore di Giffoni, Claudio Gubitosi: “Questo è lo spazio – ha detto – in cui i ragazzi incontrano tutte le espressioni della nostra società e provano a capirsi. Loro sono gli impattatori, coloro a cui affidiamo il compito di replicare l’esperienza e di farla rivivere nelle loro comunità, nelle loro città, in Italia e all’estero. Giffoni è un punto di riferimento mondiale. Da qui siamo partiti e siamo andati in tutto il mondo. Tutta l’Europa e non solo vive dell’esperienza di Giffoni. Siamo un brand italiano, fieramente meridionale, ma attraverso di noi l’Italia ha una leadership di valore internazionale”. Ad accogliere il primo inquilino della Farnesina il prefetto di Salerno, Francesco Russo, il sindaco di Giffoni Valle Piana, Antonio Giuliano, il presidente dell’Ente Autonomo Giffoni Experience, Pietro Rinaldi, il direttore generale di Giffoni, Jacopo Gubitosi.
“Conosco bene la vostra realtà – ha detto Tajani – me l’ha fatta conoscere Generoso Andria quando siamo stati colleghi all’Europarlamento. Il Ministero degli Esteri sostiene Giffoni attraverso la sua rete diplomatica e quella degli Istituti italiani di cultura all’estero. È molto positivo il fatto che i giovani qui possano stare insieme, discutere e si sentano utili ed impegnati”. Giffoni è un antidoto al diffondersi delle dipendenze, fenomeno molto preoccupante e che coinvolge tantissimi ragazzi. “Se succede questo – ha continuato il Ministro – significa che i giovani hanno perso la speranza e la responsabilità è nostra, di noi adulti che non sappiamo comprenderli. Quello che fate qui rappresenta una risposta positiva perché qui si ritrovano giovani che si impegnano, che si ritrovano e che utilizzano il loro tempo in qualcosa di costruttivo. È qualcosa di molto lodevole e sono felice del fatto che il Ministero vi supporti e vi sostenga”.
Spazio alle domande dei ragazzi. Al centro l’Italia ed il suo peso nelle relazioni internazionali, l’autorevolezza riconquistata, la centralità in alcune aree in particolare, quella dei Balcani ed in generale quella mediterranea.
I problemi sono tanti. Servono risposte concrete e non ideologiche. Il fenomeno delle migrazioni in particolare. “La questione migratoria – ha detto – va affrontata alla radice e non solo come un problema di ordine pubblico. Le cause sono povertà, il cambiamento climatico, le guerre civili, il terrorismo. Tutto questo spinge la gente a scappare ed una rete criminale ad approfittare della loro disperazione. Per risolvere il problema serve coesione. L’Italia da sola non può farcela”.
Sono queste le stelle polari della politica estera italiana, Tajani ne fa riferimento esplicito: “L’Unione Europea e le relazioni transatlantiche – dice – sono le nostre priorità, ma in generale spingiamo sull’area del Mediterraneo allargata e faccio riferimento al Nord Africa, al Medio Oriente, ai Balcani. La liberazione di Zaki non è un baratto, ma è il frutto di un’azione diplomatica incisiva. Non è stato facile liberare, ad esempio, Alessia Piperno Abbiamo mostrato autorevolezza e credibilità e questi sono i risultati”.
Ampio il riferimento sulla vicenda del salario minimo. È una questione che sta animando il dibattito politico e per il quale Tajani non fa mistero di essere finito al centro di polemiche molto accese. “La sfida – ha spiegato ai ragazzi di Giffoni – è quella di non perdere i nostri giovani che rischiano di andarsene dall’Italia perché abbiamo salari troppo bassi. Io non sono per il salario minimo, ma sono per il salario ricco, un salario cioè che consenta alle persone di arrivare a fine mese, di non doversi sposare per forza a 40 anni, di poter mantenere un figlio. Questo è possibile se si taglia il cuneo fiscale, come il governo finora già ha fatto, se si esclude ogni forma di tassazione su tredicesima, lavoro festivo, straordinario, premi di produzione. Lo chiamo salario ricco perché non mi accontento di un salario minimo. Mi ha meravigliato la polemica perché io sono per portarlo più su, mentre la previsione di un salario minimo per legge in automatico lo abbassa. E poi non è vero che l’Europa ci obblighi a definire un salario minimo per legge. Bisogna liberare più risorse e per farlo a medio termine servono riforme, quella della giustizia, quella fiscale, quella della burocrazia. Su questo dico che dobbiamo essere più ambiziosi e provare a fare di più”.