Pier Paolo Pasolini: i suoi “100” volti. “Uccellacci e uccellini” conquista gli studenti

Secondo appuntamento per Pier Paolo Pasolini: i suoi “100” volti, il progetto pensato da Giffoni con il contributo della Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Talk, convegni, mostre, reading dedicati alla produzione poetica e letteraria di Pasolini. Questa la struttura di un evento rivolto in particolare ai ragazzi.

Questa mattina la sala Verde della Multimedia ha visto protagonisti gli studenti dell’istituto Gian Camillo Glorioso di Giffoni Valle Piana, guidati dalla dirigente Teresa Sorrentino e quelli del liceo scientifico e delle scienze umane Cantone di Pomigliano con il dirigente Giovanni Russo. Ragazze e ragazzi, insieme ai loro insegnanti, hanno assistito al film “Uccellacci e uccellini” diretto nel 1966 da Pier Paolo Pasolini e interpretato da un inedito Totò e da Ninetto Davoli.

Il pretesto narrativo è dato dalle considerazioni filosofiche di un vecchio corvo che si rivolge a due uomini, padre (Totò) e figlio (Davoli). Il corvo sembra convincere il suo limitato pubblico con la saggezza delle sue parole, ma appena si presenta il problema della fame, gli “irragionevoli” umani gli tirano il collo e se lo mangiano.

Questo che vi offriamo è un percorso nell’universo incredibile di un regista, scrittore, poeta, attore che ha fatto molto discutere. E’ un’occasione per apprezzare un tipo di cinema diverso rispetto a quello a cui siamo abituati, che ci regala tanti piani di lettura e spunti di riflessione”, ha detto Gianvincenzo Nastasi del team della direzione nell’accogliere il pubblico.

Mi hanno colpito i titoli di testa cantati da Domenico Modugno, sicuramente è un elemento diverso, innovativo”, ha commentato Federica, mentre Carmine ha apprezzato “l’incipit perché sembrava quasi la fine della storia”. Per Orazio il vero protagonista è Ninetto Davoli: “Il padre passa in secondo piano, mentre è lui a essere il vero collante dell’intera vicenda”. C’è poi chi, come Luca, è rimasto affascinato dalla figura del corvo: “Mi ha ricordato una specie di guida, un mentore che guida sia gli attori che gli spettatori lungo tutto lo sviluppo della storia”. Federica si è poi concentrata sul ruolo dei frati, “a cui spetta il compito di far comprendere l’amore a falchi e passerotti”, ma, sottolinea Edoardo, “la missione è fallimentare perché il messaggio della necessità di coltivare il rispetto reciproco non passa. L’ho letta come una metafora del rapporto tra le classi, intorno a cui gravita il dramma dell’intellettuale che non riesce a comunicare. Non a caso il corvo morirà e questa sua fine rappresenta il crollo dell’ideologia, come nel funerale di Togliatti, anima storica del Pci”. Infine Carmine ha raccontato di essere stato positivamente sorpreso “dal montaggio e dagli effetti sonori che confermano l’innovazione e la sperimentazione del cinema di Pasolini”.

Subito dopo la proiezione gli studenti hanno poi partecipato a un laboratorio curato da Alfonso Tramontano Guerritore finalizzato alla riscoperta delle parole chiave del cinema di Pasolini. Prossima tappa il 24 ottobre con Accattone.

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