Una storia che assomiglia più ad una fiaba contemporanea: OLTRE IL CONFINE è il docufilm protagonista della seconda giornata di Italia Experience in Polonia, l’iniziativa di Giffoni, cofinanziata dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.
Opera prima di Alessandro Valenti, prodotta dalla sua Scirocco Films, racconta con tenerezza, fervida immaginazione e spietata realtà il mondo di due fratelli africani che giungono in Italia alla ricerca di un futuro migliore. E il tutto senza falsi pietismi, retorica o giudizio morale. Perché in Oltre il confine quello che conta è lo sguardo dell’infanzia che, seppur violata, rimane trasognata infanzia.
Il film regala allo spettatore una storia di integrazione, nella quale l’amore e l’amicizia riescono a far superare qualsiasi ostacolo si presenti nella vita dei due protagonisti. La dodicenne Bekisisa insieme al fratello Eno di 6 anni, vivono in un villaggio africano, nel quale il caldo atroce e la scarsità di cibo e acqua, li costringere a vivere una vita di stenti. Nonostante sia difficile sorridere e avere la spensieratezza tipica di chi è ancora un bambino, la ragazza è dotata di una voce in grado di incantare chiunque, mentre il ragazzino sogna di avere tra le mani la maglia di Manè, il suo calciatore preferito. A riportarli con i piedi per terra, ci pensa un tragico evento. L’improvvisa morte della mamma, porta i due bambini a vivere completamente da soli. Talmente soli, che saranno costretti a trascinare il corpo della donna verso il deserto, per poterle dare una degna sepoltura nella sabbia, scavando a mani nude tra lacrime e preghiere. A guidarli in questo viaggio della speranza sarà la costante presenza dell’anima della mamma, che in qualche modo darà loro la forza di affrontare ogni difficoltà che incontreranno sul loro cammino. Per questo motivo, decidono che è arrivato il momento di dare una svolta importante nella loro vita, raggiungendo l’Italia, nello specifico Roma dove vive lo zio Fallou. La loro speranza è che l’uomo possa prendersi cura di loro, visto che non hanno nessun altro parente in vita. Nonostante i mille ostacoli trovati durante questo che può essere definito ‘il viaggio della speranza’, Bekisisa ed Eno riescono ad arrivare in Italia. Accolti in una ex fabbrica di specchi, nella quale vivono tutti i bambini abbandonati, i due ragazzi avranno a che fare con la cattiveria e la crudeltà che appartiene agli adulti. Ben presto si capisce che in questo luogo, un gruppo di uomini rapivano i bambini in cambio di soldi, da mandare poi in vari posti per farli lavorare.
A regalare un motivo per sorridere a Bekisisa, in mezzo a tutto questo odio è il volto di Alaba, un ragazzino di 11 anni. Grazie a lui, riesce a integrarsi in quella che è la sua nuova comunità, aiutandola anche a esternare le sue emozioni, spronandola a parlare della morte della madre. L’arrivo di Gigetto, uomo privo di scrupoli, un giorno irrompe nella stanza dove stavano tutti i bambini per prelevarne alcuni da smistare per alcuni lavori. Fortunatamente per loro, Bekisisa ed Eno riescono a scappare, trovando rifugio a casa di una donna molto dolce, Iaia. Grazie a lei, la ragazza non solo avrà modo di vivere serenamente con il fratello, ma avrà modo anche di andare a salvare il suo primo amore, Alaba. L’interpretazione dei protagonisti contribuisce a rendere la storia ancora più forte, tanto da portare lo spettatore a sperare che questo incubo vissuto dai bambini possa finire presto. Il regista come dichiarato in diverse occasioni, ha raccontato di aver incontrato i piccoli interpreti casualmente e di essere stato rapito dai loro occhi, fortemente espressivi. Dai loro racconti, durante il periodo vissuto in Africa, ha saputo cogliere la sofferenza e il dolore provato, provando a raccontarlo in una chiave più fantasiosa.
Racconta di integrazione anche WHO IS ROMEO di Giovanni Covini. Periferia sud di Milano. Gratosoglio, quartiere a maggioranza musulmana. Quattro ragazze di diciassette anni e due ragazzi della stessa età, cristiani e musulmani, si cimentano con Romeo e Giulietta di Shakespeare, guidati da una giovane attrice. Montecchi e Capuleti sono come cristiani e musulmani? Che significa innamorarsi del proprio nemico? E chi è il nemico oggi? Qual è il significato di dire la verità, di appartenere a qualcuno, di una fede, di un ideale? Come fanno oggi Romeo e Giulietta a tenersi per mano? Come si baciano? Durante ogni atto i ragazzi leggono, provano, discutono, si incontrano. Si guardano intorno e dentro di loro, si scoprono a vicenda mentre scoprono il mondo circostante. Un viaggio alla scoperta di ciò che Shakespeare sta scrivendo oggi. Per farci comprendere questi tempi e anche noi stessi.
Storie profondamente attuali, accolte con grandi applausi ed entusiasmo dal pubblico di Tarnow.