“Informatevi, se vi informate è più difficile calpestare i diritti umani”. Sono le parole accorate di Valerio Nicolosi ai ragazzi di Impatto Giovani, i quali hanno avuto la possibilità di vedere il suo film “Formiche” e confrontarsi con lui in un appassionato dibattito.
“Informatevi, se vi informate è più difficile calpestare i diritti umani”. Sono le parole accorate di Valerio Nicolosi ai ragazzi di Impatto Giovani, i quali hanno avuto la possibilità di vedere il suo film “Formiche” e confrontarsi con lui in un appassionato dibattito.
Il giornalista e regista romano, impegnato da anni su tematiche sociali e rotte migratorie, ha acceso i riflettori su questo fenomeno dando rilievo alle persone.
“Le abbiamo rese formiche perché è così che vengono trattate. Calpestiamo i diritti umani e smettono di essere persone. Ero già venuto lo scorso anno a Giffoni e ne ricordo ancora l’emozione. È INDISPENSABILE accendere i riflettori su chi non ha voce, in fondo sappiamo poco di questo problema. Mi occupo di migranti da tanti anni, ma la strage di Lampedusa ha segnato indelebilmente chi si occupa di questi argomenti”.
Patrocinato da Amnesty International Italia e prodotto dalla Dazzle Communication di Davide Azzolini, “Formiche” racconta la storia di chi cerca un futuro migliore in Europa. I numeri raccontano bene il grande lavoro svolto per realizzare il documentario: 100 giorni a bordo delle navi umanitarienel Mediterraneo centrale e 9 viaggi tra la Grecia e i Balcani.
“Formiche” riesce a dare un volto e un nome a coloro che, malgrado tutto, sono protagonisti della più grande tragedia umana dei nostri tempi.
“I ragazzi li ho trovati molto informati e attenti, ho ricevuto domande molto dense. Sono convinto che il cinema possa influenzare la società e l’immaginario, così come possa farlo il mio lavoro. Ecco perché racconto le storture del mondo e cerco di utilizzare tutti i canali e i linguaggi possibili, in modo da poter arrivare a più persone. Così il mondo non funziona, è necessario fare qualcosa al più presto. Ci si abitua a tutto purtroppo, ma non dobbiamo abituarci a queste immagini”.