“Grazie a Giffoni e alla Scuola di recitazione della Calabria ho deciso di non lasciare la mia terra”: le testimonianze a Parental Experience

Il cinema è visione ma anche radici. E può riuscire a tradurre quello che l’antropologo Vito Teti ha individuato nel concetto di restanza. Restare in un territorio, ma con la consapevolezza di doversi rimboccare le maniche per rigenerarlo. Ed è quello che è accaduto stasera al cinema Gentile di Cittanova (Reggio Calabria)dove diverse persone hanno scelto di prendere parte a PARENTAL EXPERIENCE, il progetto dedicato alle famiglie inserito nell’ambito diSchool Experience 3, l’evento dedicato ai ragazzi e alle ragazze di tutta Italia, inserito nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola, promosso da Ministero della Cultura – Direzione Generale per il Cinema e l’Audiovisivo e Ministero dell’Istruzione e del Merito.

E’ un’iniziativa bellissima – ha spiegato Antonina Zerbonia, accompagnata dal figlio Gioiele – Più volte ho accarezzato l’idea di trasferirmi al Nord, perché qui non c’è lavoro e non ci sono opportunità. Ma poi, dopo l’incontro con la Scuola di recitazione della Calabria e eventi come quello di stasera in partnership con realtà come Giffoni, ho cambiato idea, perché ho capito che una possibilità di cambiare le cose esiste”. Le fa eco Gioele: “Qui abbiamo le armi ma non i soldati, eppure se ci metti impegno e hai l’amore nel cuore, comprendi che ce la puoi fare a realizzare i tuoi sogni”. Entusiasta Palmira Zungri: “Mia figlia sta prendendo parte al progetto Sedici Modi di Dire Ciao e non l’ho mai vista così felice e coinvolta”, mentre Ornella Pantano usa un aggettivo inequivocabile, “straordinario” per raccontare la piccola rivoluzione di Walter Cordopatri e la grande visione di Giffoni, dove la figlia è stata in giuria, “una vera fucina di talenti per chi vuole esplodere di creatività”.

Genitori e figli hanno assistito alla proiezione di “Una voce fuori dal coro”, il film di Yohan Manca. Metti le banlieu e La Traviata. Una famiglia sgangherata e la musica che, come sosteneva Bach, ti aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori. L’amore, il riscatto, ma anche la rabbia e il disagio. La tenacia e il sogno di una vita migliore. Anzi, forse solo semplicemente diversa. Nour, un ragazzo di 14 anni, si sta godendo l’inizio delle vacanze estive nel sud della Francia.

È il più giovane di quattro fratelli. Vivono insieme in una casa popolare e a turno si prendono cura della madre che è in coma. La donna amava l’opera italiana, quindi Nour prova a fargliela ascoltare spesso e sviluppa così una passione per quelle note. Tra il lavoro per la comunità e le crescenti tensioni a casa, Nour sogna di fuggire in un luogo lontano. Quando incontra Sarah, una cantante lirica che tiene corsi estivi, trova finalmente l’opportunità di uscire dal suo guscio ed esplorare nuovi orizzonti. Il film ha conquistato i juror della sezione Generator+13 del Giffoni Film Festival 2022 ed ha vinto il Gryphon Award come miglior film.

Il titolo orginale, Mes frères et moi consegna immediatamente al pubblico una fratellanza aspra ma sanguigna: Abel, Mo, Hédi e lo stesso Nour mostrano, al contempo, certezze robuste e fragili vulnerabilità, virile indipendenza e bisogno intimo di protezione. Liberamente adattato da una pièce teatrale di Hédi Tillette de Clermont-Tonnerre, portata in scena e recitata dal regista a soli 17 anni, ribadisce l’importanza dei legami familiari e il valore fondante della musica.

School Experience 3 - 2 dicembre (20)

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