Torna a Giffoni Flavio Natalia, direttore della storica rivista di cinema Ciak. Giornalista professionista dal 1993, Natalia ha incontrato i ragazzi della sezione Workshop che intende valorizzare i nuovi talenti del settore cinematografico proponendo appuntamenti con i maestri dell’ambiente.
Torna a Giffoni Flavio Natalia, direttore della storica rivista di cinema Ciak. Giornalista professionista dal 1993, Natalia ha incontrato i ragazzi della sezione Workshop che intende valorizzare i nuovi talenti del settore cinematografico proponendo appuntamenti con i maestri dell’ambiente. Il mensile Ciak nasce quasi quarant’anni fa (2 maggio 1985) e si è da subito caratterizzato per la sua impostazione autorevole. Mostrando il numero dello scorso mese, il direttore ha raccontato la scommessa dietro la copertina per fare un esempio di come funziona una redazione cinematografica: “La scelta di mettere Barbie in copertina non era prevista, inizialmente la scelta era ricaduta sull’ultimo Mission: Impossible, ma eravamo convinti che sarebbe stato Barbie il film del mese e oggi sappiamo di aver avuto ragione: il numero di persone che ha visto Mission: Impossible in tre settimane, è lo stesso che Barbie ha raggiunto in un giorno.” Ciak ha sempre saputo raccontare sia il blockbuster che il film d’autore, due filoni che secondo il direttore “non sono conflittuali ma si aiutano a vicenda, con la rivista cerchiamo sempre di evidenziare il punto mediano ed è stato un merito di Giffoni capirlo sin da subito”. Ripercorrendo la storia recente, Flavio Natalia ha sottolineato l’impatto che la pandemia ha avuto sul cinema: “La pandemia ha cambiato il modo di concepire il cinema, molti di voi prima sceglievano di dedicare un pomeriggio alla sala, ma nei due anni e mezzo di lockdown e restrizioni le piattaforme streaming ne hanno approfittato per cacciare tantissimi film e ora l’amore per il cinema è diviso tra sala e casa. Il problema è che a casa puoi scegliere di mettere in pausa e questo basta per cambiare l’esperienza.” Una situazione drammatica che ha messo a dura prova la stessa redazione di Ciak: “Non potevamo più lavorare in redazione con la pandemia, ma ognuno a casa sua e ovviamente anche il discorso del formato è cambiato radicalmente (parliamo di una trentina di numeri senza film in uscita), tuttavia è stata un’occasione per sfidarsi e trovare una soluzione. È stata la dimostrazione che c’è sempre una soluzione di fronte ai problemi. Un esempio è stato il lancio della rubrica “I film della nostra vita”: quasi mille film da votare rendendo partecipe il pubblico, un progetto che è andato oltre le nostre intenzioni perché ci ha permesso di creare una mappa dei film più amati dal pubblico italiano, suddivisi in pellicole italiane e internazionali divise in due archi temporali, prima e dopo il duemila.” L’esempio fatto dal direttore Natalia serve a sottolineare la centralità dei lettori ai quali “bisogna offrire un prodotto che sia stimolante, un prodotto che possano comprare, sfogliare e nel quale possano trovare gli approfondimenti particolari che sapranno di leggere in ogni numero.” La questione è importante e supera i confini del giornalismo cinematografico perché nel dialogo tra giffoner e Natalia si è affrontato il tema della sopravvivenza della carta stampata di fronte all’evoluzione digitale: “quello che leggete su carta” sostiene Natalia “può essere raccontato in maniera più dettagliata offrendo una completezza che il digitale non può dare, ma il punto centrale è che, qualunque sia il mezzo che usiate, la differenza la fa la qualità di quello che raccontate così come la veridicità, la mancanza di errori e la buona fede.” Flavio Natalia ha salutato i ragazzi che hanno riempito la sala dopo un importante dibattito sul presente e il futuro della critica cinematografica.