La prima volta non si scorda mai. E sicuramente del battesimo come ospite al festival di Giffoni non perderà traccia nella memoria del giornalista Francesco Giorgino. Cinquantacinque anni, laurea in giurisprudenza e cattedra alla Luiss, il direttore dell’Ufficio Studi della Rai ha vissuto un’intensa giornata nel piccolo borgo dei Picentini visitando la Cittadella e la Multimedia Valley, incontrando ragazze e ragazzi provenienti da tutto il mondo e conducendo un workshop sulle fake news.
La prima volta non si scorda mai. E sicuramente del battesimo come ospite al festival di Giffoni non perderà traccia nella memoria del giornalista Francesco Giorgino. Cinquantacinque anni, laurea in giurisprudenza e cattedra alla Luiss, il direttore dell’Ufficio Studi della Rai ha vissuto un’intensa giornata nel piccolo borgo dei Picentini visitando la Cittadella e la Multimedia Valley, incontrando ragazze e ragazzi provenienti da tutto il mondo e conducendo un workshop sulle fake news. “Per anni ho ‘lanciato’ servizi sul festival di Giffoni dagli studi televisivi. Devo dire che essere qui, nei luoghi di un posto straordinario, meraviglioso, è tutta un’altra cosa. Capisci subito il suo grande valore comunitario”. Più che un colpo di fulmine per lui: “Giffoni è qualcosa di unico e irripetibile che coniuga la dolcezza dell’idea lungimirante alla forza d’urto della sua realizzazione concreta e del suo impatto positivo sulla realtà. È un pensiero felice”. Di una tipologia di impatto differente Giorgino ha poi parlato con i giurati della sezione più diciotto durante l’incontro sulla complessità del sistema dell’informazione nell’ecosistema digitale. Nello specifico presentando un progetto, del quale la Rai è attore principale, diretto a promuovere la consapevolezza dei cittadini attraverso campagne di sensibilizzazione e iniziative, in particolare a favore delle giovani generazioni. “Viviamo in un’era dove c’è molto disordine informativo” ha affermato il giornalista. “Ma chiariamo subito una cosa: non esistono mezzi cattivi anche se certamente cattivo può essere il loro utilizzo. Oggi l’attenzione media alle notizie pubblicate attraverso i social non supera gli otto secondi. La spinta è alla conoscenza immediata dell’argomento senza alcun ulteriore approfondimento. La velocità è senza dubbio un ostacolo alla verifica delle fonti e condiziona negativamente la competizione tra players del settore. Una criticità generale che senza dubbio diventa più evidente sulle piattaforme digitali”. Giorgino ha spiegato che il disordine informativo si compone di tre categorie. C’è l’informazione falsa o verosimile diffusa con volontà di danneggiare. Ci sono utenti inconsapevoli che pubblicano contenuti falsi o verosimili (misinformazione). Infine c’è la mala informazione: news autentiche diffuse per arrecare danni. Sul ruolo dei giornalisti in questa dinamica è stato chiaro: “Abbiamo regole rigorose e un’etica da osservare. Ma la l’errore è dietro l’angolo per tutti. Bisogna chiedere scusa quando se ne commette uno ricordando che errare è umano ma perseverare diabolico”. In questo senso Giorgino ha sostenuto la necessità di un patto trasversale tra operatori della comunicazione e cittadini: “Dobbiamo essere uniti contro la disinformazione. Ognuno deve fare la propria parte. Noi giornalisti dobbiamo essere rigorosi nella verifica delle fonti evitando di cedere alle sirene della velocità. I cittadini devono valutare l’autorevolezza delle fonti, affidarsi a quelle ufficiali e, con riferimento ai giovani, non informarsi esclusivamente attraverso i social”. Chiaro e diretto Giorgino. Dalla conversazione raffinata, il linguaggio erudito, l’aplomb british. “Sono uno studioso di scienze sociali” ha concluso. “Spesso si contrappone la globalizzazione al localismo. Giffoni, piccolo paese della Campania, è un luminoso esempio di luogo locale nel quale si respira tutta la bellezza del mondo”.