Oltre 700 Giffoner hanno accolto un’icona del cinema di animazione come Enzo D’Alo’ che in oltre 25 anni di carriera ha regalato a generazioni capolavori quali “La freccia azzurra” (tratto dal romanzo di Gianni Rodari) e “La Gabbianella e il Gatto” tratto dal racconto del poeta e scrittore cileno Louis Sepulveda. Il regista napoletano è stato ospite a Giffoni, insieme con il disegnatore Marco Zanoni, per presentare il nuovo film in uscita a novembre, “Mary e lo spirito di Mezzanotte”, con disegni di Peter De Seve e tratto dal libro di Roddy Doyle “La gita di Mezzanotte “.Ambientato in Irlanda, il film ha avuto 4 anni di lavorazione causa il blocco dovuto all’emergenza sanitaria del Covid-19 come lo stesso D’Alo’ ha dichiarato ed ha impiegato 300 artisti ed un grande cast con le musiche di un artista straordinario quale David Rhodhes. La storia narra della undicenne Mary con un sogno nel cassetto, quello di diventare una grande chef. Ad incoraggiarla a raggiungere questo obiettivo vi è la nonna Emer con cui la piccola Mary ha un rapporto lieto e speciale. Il suo sarà un viaggio emozionante che, come ogni storia, presenterà degli ostacoli. Numerosi ed appassionati sono stati di piccoli Giffoner che hanno consegnato le loro curiosità ad Enzo D’Alo’ ed a Marco Zanoni, molte riguardanti il disegno e la tecnica di illustrazione: “Abbiamo adoperato disegni che rimandano e ricalcano quelli su carta per poi disegnare tutta la storia” spiega Zanoni che ha regalato ai piccoli in Sala Lumiere un saggio della sua bravura di artista disegnando in diretta i personaggi del film tra il loro entusiasmo. “Gli occhi di Mary- afferma D’Alo’ rispondendo ad una domanda – sono stati la cosa più difficile da realizzare poiché a secondo della posizione sarebbe cambiato il personaggio”. Mary è un personaggio molto dolce che vuole seguire le sue passioni, un fattore importantissimo nella vita. “Nella vita – dichiarano all’unisono i due ospiti – occorre amare ciò che si fa. Nel disegno, per disegnare bene occorre amare disegnare”. Dopo la proiezione del trailer del film in uscita a novembre, ai giovani Giffoner è stata data anche la possibilità di guardare una scena, in particolare quella del sogno, una scena che, dal disegno ma anche dagli stati d’animo e dall’atmosfera onirica, richiama molto la scena del sogno della bambina con Zorba e Bubulina ne’ “La Gabbianella e il Gatto”. “Per la scena del sogno – dichiarano D’Alo’ e Zanoni – siamo partiti da una prospettiva diversa da alcuni disegni preparatori e poi abbiamo proseguito con uno stile preciso”. “In fondo – dichiara Zanoni- penso sia una caratteristica di D’Alo’ inserire all’interno di un lavoro delle sequenze che vanno al di fuori di uno schema precostituito e poi proseguire con il disegno e la storia”. Enzo D’Alo’, a cui dopo l’incontro in Sala Lumiere è stato assegnato un premio speciale, si esprime sul cinema di animazione in generale:” Purtroppo oggi il cinema di animazione è ancora considerato un genere invece è cinema a tutti gli effetti e che sia soltanto un genere per i bambini- dichiara – e ciò che è stato dichiarato anche da Del Toro quando ha preso L’Oscar per Pinocchio. Rispetto ad altri Paesi, l’Italia su questo è ancora un po’ indietro ma qualcosa sta cambiando. All’estero si è maggiormente abituati a guardare un genere diverso, noi siamo un po’ più omologati ai gusti del pubblico e poi purtroppo un certo tipo di film, si pensi ai lavori in 3D, è difficile da realizzare perché ci è un po’ precluso un cinema del tipo americano, una via di mezzo tra film di autore e film per il pubblico. Noi dobbiamo trovare altre strade come la scrittura. Per me, che spesso ho tratto dei film su opere di grandi scrittori, non esiste un film senza una bella sceneggiatura anche se , magari, la parte grafica è bellissima. Potrebbe diventare un esercizio di stile ma non si ha una storia che traina”. Marco Zanoni si esprime sul mutamento dello stile del disegno nel cinema di animazione di oggi:” Sicuramente oggi è mutato per diversi cambiamenti culturali, da disegnatore mi accorgo di un cambiamento anche nel modo di far recitare i personaggi, un modo più semplificato ed anche uno stile come, ad esempio, quello disneyano, viene visto un po’ al negativo; una specie di un ricambio forzato che vede un po’ il film di animazione no come un’opera ma come un prodotto. Il cinema di animazione va studiato, analizzato bene. Una volta vi era più tempo di assorbire e di assimilare, oggi, con la notevole produzione, abitua alla velocità. Occorre sempre preferire la qualità alla commercializzazione”. “Ogni film rappresenta un capitolo di vita e credo che nella mia carriera abbia affrontato con il mio cinema diversi argomenti e tante problematiche del nostro secolo – racconta Enzo D’Alo’ che a settembre compirà 70 anni- l’animazione è un genere speciale perché ti permette di entrare dentro il film e nelle emozioni dei personaggi. Nei miei film ho sempre inserito i miei vissuti personali. I disegni non sono identificabili con un luogo preciso, sono archetipi e ciò permette allo spettatore di identificarsi con un personaggio del proprio mondo”.