Dal dolore alla rinascita: Walter ritrova se stesso

DENTI DA SQUALO, lungometraggio fuori concorso per la categoria Parental Experience, è la storia di Walter, 13 anni. La sua vita affronta all’improvviso un buco nero: la morte di suo padre. Non sarà un punto di non ritorno. Al viaggio, che è anche metafora perché poi diventa viaggio interiore, è affidato il compito di ritrovarsi. Però per ritrovarsi bisogna “uscire fuori da sé”, dai propri schemi e categorie. La scuola è finita e l’adolescente Walter, segnato dal lutto e senza un punto di riferimento che gli è stato strappato prematuramente, inizia a vagare all’apparenza senza una meta sul litorale romano. Durante le sue passeggiate che non hanno un punto di approdo, si imbatte in un luogo affascinante e misterioso. Questo luogo cattura la sua attenzione: si tratta di una villa abbandonata con una gigantesca e torbida piscina. Ma la villa non è incustodita e per il ragazzo inizierà un viaggio indimenticabile. Il regista Davide Gentile è un film maker milanese che vive a Londra. Ha all’attivo diversi lavori di impegno civile che gli sono valsi riconoscimenti e premi ma DENTI DA SQUALO è il suo primo lungometraggio. In questa storia di 104 minuti, il regista ci porta a passeggio nella storia dinamica e movimentata. È una storia drammatica, cruda, a tratti violenta, ma anche avventurosa, spericolata, che fa sognare e divertire. È naturale che la rappresentazione della storia sia così dinamica ed a tratti violenta, perché rappresenta il passaggio dall’infanzia interrotta da un trauma familiare all’adolescenza che si affaccia con prepotenza nella vita di Walter. La sua estate, simbolo di spensieratezza e riposo per tutti i giovani, stavolta non può essere un’estate come le altre, segnata nel profondo da un incontro magico e misterioso. Bisogna partire dal contesto esterno, dall’esteriorità e anche dal quotidiano per trovare pezzi del passato del protagonista. Solo in questo modo è possibile entrare nello spazio interiore nel quale si sta formando la sua identità. Il dolore per la morte di suo padre lo divora, l’assenza è pesante e pressante ma per paradosso si tratta di un padre amato e mai rispettato nello stesso tempo. Quindi deve “morire” un’altra volta, affinché Walter possa trovare il suo vero e nuovo sé.

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