Molaioli

ANDREA MOLAIOLI ACCOMPAGNA I GIOVANI NEL MONDO DEL CINEMA: “BISOGNA SENTIRE L’ESIGENZA DI RACCONTARE PER FARE IL REGISTA. GIFFONI È INDISPENSABILE PER DARE SPAZIO AI GIOVANI”.

Parla ai giovani attraverso storie di vita realmente accadute e lo fa sul piccolo e grande schermo. Andrea Molaioli, regista e sceneggiatore, sa qual è la ricetta per entrare nel cuore delle nuove generazioni e soprattutto dei giffoner.

Parla ai giovani attraverso storie di vita realmente accadute e lo fa sul piccolo e grande schermo. Andrea Molaioli, regista e sceneggiatore, sa qual è la ricetta per entrare nel cuore delle nuove generazioni e soprattutto dei giffoner. Presente al #Giffoni53 per il primo tra i Workshop +18 insieme ai giovanissimi che studiano e guardano il cinema dal suo interno. Soddisfa le curiosità di tutti tra domande sul mondo cinematografico e soprattutto sulla sua esigenza di raccontare. Esigenza grazie alla quale “è nata la carriera da regista. Un lavoro straordinario che fa sentire fortemente onnipotente ma che è anche spaventosamente angosciante”. Un momento introspettivo in cui guardare dall’obiettivo di una macchina da presa personale dal Blu Carpet alla singolare scenografia fatta di magliette arancioni presenti in sala verde. Accolto dall’applauso scrosciante, Molaioli ha raccontato il suo percorso cinematografico, accompagnando i giffoner sulla stessa strada.
“Ai giovani dico di essere onesti con se stessi e cercare di capire profondamente perché andiamo a ricercare la verità che può essere scomoda – ha sottolineato il regista – ma la verità appartiene anche alla ragione profonda per la quale proviamo dei sentimenti, in qualche modo può appartenere anche ad una storia d’amore. Lo dico soprattutto a chi cerca di usare lo strumento della finzione e dei film, della serialità”. Indispensabili: come le nozioni, le conoscenze, i sogni a cui ha fatto riferimento il regista in sala.
Ma cos’è realmente indispensabile per Andrea Molaioli nell’approccio con le storie delle nuove generazioni?
“Tutto può essere indispensabile e nulla lo è. Trovandoci a Giffoni tra i giovani è indispensabile occuparci di loro dandogli spazio e facendo in modo che siano loro a parlare e non pensando che con un semplice sguardo noi possiamo essere in grado di comprenderli e avere le ricette per loro. Passa tutto attraverso la responsabilizzazione dei giovani stessi e questa a sua volta passa attraverso il fatto che tutti quelli che giovani non sono facciano un passo indietro e concedano ai giovani di prendersi la responsabilità. Io cerco di parlare a più persone possibili: i giovani mi interessano molto, un mondo a me molto vicino. Se uno pensa a se stesso all’interno di una comunità e pensa al bene della comunità stessa non può prescindere dai giovani. Sono un segno di continuità con quello che cerchiamo di fare e l’idea di poter seminare bene con la speranza che altri dopo possano raccogliere e migliorare è una delle missioni fondamentali della vita di tutti noi”. GiffoniFilmFestival è un luogo dove scoprire il mestiere di “fare cinema”.
“Durante i primi anni del liceo ho avuto la folgorazione per il cinema. Ho capito quanto il cinema per me rappresentava un’opportunità da spettatore innanzitutto per condividere con tante persone le cose che mi stavano a cuore. Vivere sogni, emozioni, arrabbiarmi, piangere. Lì – ha raccontato – mi sono fermato a pensare che quello doveva occupare il resto della mia vita”. La differenza tra sala cinematografica e nuove piattaforme, tecnologia e innovazione. Ma anche meritocrazia e speranza e coraggio nel credere ai propri sogni. Lo stesso coraggio nell’affrontare critiche e giudizi, senza arrendersi: “Bisogna tendenzialmente fregarsene – ha evidenziato dopo essere stato sollecitato in merito – ma sapendo che non te ne fregherai mai fino in fondo. Il cinema è come il calcio, tutti pensano di sapere e di poter giudicare. Fa parte del mestiere”.

 

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